Una tematica fondamentale inserita nell’archivio è quella che riguarda l’emigrazione, fenomeno che ha caratterizzato profondamente la storia di Cibiana, determinandone le più significative trasformazioni. L’emigrazione, in questo senso, è stata la maggiore causa dello spopolamento del paese e di conseguenza il movente di alcune importanti scelte attuate a Cibiana, come la realizzazione dei Murales.
Le immagini raccolte nell’archivio digitale testimoniano l’emigrazione cibianese avvenuta a partire dalla fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, quando i cibianesi, su imitazione dei vicini cadorini e zoldani, iniziarono a spostarsi verso i paesi dell’Europa centrale per lavorare ad esempio come segantini, carpentieri oppure venditori ambulanti. La motivazione principale che spinse gli abitanti di queste zone ad emigrare fu il desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita, rese molto umili dalla scarsità delle risorse, dal clima e dall’orografia del territorio. La vita a Cibiana era dedicata al soddisfare le più essenziali esigenze e chi svolgeva un’esistenza più povera decise di uscire dal paese in cerca di benessere. Molti lo trovarono, soprattutto in Germania, dove aprirono fiorenti attività commerciali, principalmente gelaterie. Il lavoro dei gelatieri in Germania si è sempre trattato di un lavoro stagionale regolato da scadenze ben precise: si inaugurava la stagione il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, e a metà settembre si tornava a casa, nel proprio paese, dove si ritrovavano tutti gli altri emigrati. Con il secondo flusso migratorio, negli anni ’20 del Novecento, i cibianesi si imbarcarono per raggiungere mete oltreoceano, quali l’America Settentrionale e e l’America Latina, importando anche in quei paesi la tradizione del gelato. L’emigrazione a Cibiana proseguì per tutto il XX secolo determinando lo spopolamento del paese.
In questa pagina l’emigrazione cibianese viene raccontata attraverso le fotografie donate dai cibianesi Liviana Bianchi, Vittore Bianchi, Katia De Zordo e Osvaldo Da Col.